Arrestato per bancarotta fraudolenta l’amministratore delegato dell’aeroporto di Cagliari. Attesa per l’interrogatorio di garanzia.
CAGLIARI – Arrestato per bancarotta fraudolenta l’amministratore delegato dell’aeroporto di Cagliari. Nella mattinata odierna (sabato 12 ottobre 2019 n.d.r.) la Guardia di Finanza ha eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dalla Procura nei confronti di Alberto Scanu che nel pomeriggio ha rassegnato le dimissioni dal suo ruolo nella Sogaer.
L’accusa contestata all’imprenditore è di bancarotta fraudolenta da 60 milioni di euro. L’inchiesta riguarda la gestione di nove società del settore sanitario situate nel territorio Cagliaritano e riconducibili a lui. Ma dietro queste ci sarebbe un giro di prestanome utile a reindirizzare il denaro.
Arrestato l’ad dell’aeroporto di Cagliari
La Procura di Cagliari ha emesso il mandato di custodia cautelare non solo per Scanu. Nel mirino sono finite anche altre otto persone tra cui la sorella dell’ad (ai domiciliari), il commercialista e un altro collaboratore dell’imprenditore sardo. Nelle prossime ore dovrebbero esserci gli interrogatori per cercare di ricostruire insieme la vicenda.
E non è da escludere che proprio dalle dichiarazioni delle persone indagate possano uscire altri nomi coinvolti in questa vicenda.
Chi è Alberto Scanu
Alberto Scanu è uno degli imprenditori più conosciuti in Sardegna. Sin da giovane è stato socio e amministratore di varie società prima di iniziare la scalata a Confidustria regionale. Ma per lui non sono mancati i problemi con la giustizia.
Nel 2017 è stato assolto da un’inchiesta giudiziaria riguardante il crac della clinica città di Quartu. In quel caso si contestava una bancarotta di 13 milioni di euro. Nell’indagine coinvolta ancora una volta la sorella e altri imprenditori come l’ex presidente del Bologna, Sergio Porcedda, e Carlo Uda che erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e tre anni e quattro mesi di reclusione. Ora per lui in vista un nuovo processo visto che la Procura gli contesta una bancarotta fraudolenta da 60 milioni di euro.
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